Disponibile dal 31 ottobre 2025

Urrutia Matilde

La mia vita con Pablo Neruda

A cura di Teresa Cirillo Sirri

2025, pp 320
Fresato con copertina morbida
ISBN: 9788836822539

16,50 

Sinossi

Le memorie di Matilde Urrutia (1912-1985), la donna che ispirò a Pablo Neruda un amore appassionato che rimase vivo e saldo negli anni, costituiscono un’importante testimonianza non solo sulla figura del grande poeta cileno, ma anche sugli anni difficili eppure straordinari che la coppia visse insieme in più paesi di due continenti. Matilde racconta l’uomo Neruda e l’avventurosa storia del loro amore, sorto quando Pablo era ancora legato alla seconda moglie, Delia del Carril, dai loro incontri clandestini a Berlino, a Nyon, a Roma, a Parigi, fino al ‘paradiso’ del loro amore, il lungo soggiorno sull’isola di Capri in una casa finalmente tutta per loro. Ed è a Capri, l’isola «regina di roccia», la «cattedrale marina» rifugio segreto dei due amanti, che Pablo raccoglie nei suoi Versi del Capitano la testimonianza poetica di quell’amore appassionato, che uscirà clandestina, proprio per non ferire Delia, in sole quarantaquattro copie destinate per sottoscrizione agli amici italiani del poeta.

Ma se il periodo del ‘buen retiro’ caprese costituisce senza dubbio uno dei momenti più affascinanti delle memorie di Matilde, occorre anche aggiungere che queste pagine ci offrono un ritratto completo dello scrittore che – non va dimenticato – è stato anche appassionato cantore dell’epica dei poveri, poeta fra i più pronti ad assumere nella propria voce le istanze degli oppressi. E non è un caso che le memorie di Matilde si aprano proprio con il fatidico anno 1973, l’anno del tragico golpe cileno ad opera del generale Pinochet, l’anno dell’assassinio di Salvador Allende e, insieme, l’anno della morte del grande poeta, che vedeva svanire di colpo le speranze di democrazia e di libertà per il proprio paese.

 

… Amore mio, è notte.

 

L’acqua scura, il mondo

addormentato mi circondano.

Verrà poi l’aurora,

e intanto ti scrivo

per dirti: “Ti amo”.

Per dirti: “Ti amo”; cura,

monda, innalza,

difendi

il nostro amore, anima mia.

Te lo lascio come se lasciassi

un pugno di terra con i semi.

Dal nostro amore nasceranno vite.

Nel nostro amore berranno acqua.

Forse verrà un giorno

in cui un uomo

e una donna, uguali

a noi,

toccheranno quest’amore, e avrà ancor forza

per bruciare le mani che lo toccano…

 

Pablo a Matilde

in I versi del Capitano, Capri, 1952

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