Sinossi
«… Opera di singolarissima potenza simbolica e visionaria, nonostante il tono confidenziale e quasi sussurrato. Si tratta, tecnicamente parlando, di una dilogia, una sorta di doppia sequenza di immagini volte a dare forma viva e vibrante a un’altrimenti pietrificata solitudine. Sia “La poltrona a dondolo” che “L’infida notte” sono poemetti di una compattezza assoluta, benché risultante da una summa di frammenti-lacerti, schegge di specchio infranto…» Silvio Raffo
«… Nell’acuto respiro poematico che distingue queste composizioni il bagliore della espansione del sentimento appartiene all’insondabile mistero della condizione umana che avvilita dalla perdita della persona amata cerca una rappresentazione del mondo esterno nelle espressioni ritmiche del mondo interno, tra le immagini e i ricordi…» Antonio Spagnuolo
«… allorché l’ispirazione viene sovrastata dalla logica, almeno nella poesia moderna, è necessaria una capacità straordinaria per non scadere nell’ovvio. La nostra autrice (…) ci dona versi che rappresentano una libertà di ispirazione sempre per così dire controllata dalla sua indole poetica, ciò che è innato ed esce alla luce in opposizione alla volontà che non di rado è la forza propulsiva dell’io…» Luciano Nanni