Mark Twain su FS News

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19-03-2009

Questa settimana parliamo di…

FAVOLE ERUDITE PER BRAVI VECCHI BAMBINI, di Mark Twain.

Il treno trasformato in uno straordinario fenomeno astronomico. Sono le conclusioni di una singolare spedizione scientifica composta da dotte bestiole, alla ricerca, non senza risvolti comici, del significato ultimo delle cose. Twain ironizza sui vizi e le presunzioni del genere umano, in una favola non priva di richiami all’attualità.

twain-favole4Topi professori, ragni ingegneri, rane scienziate e porcellini di terra filologi. È una strana spedizione di esploratori quella che assiste al passaggio in corsa del Solstizio Invernale, durante una tranquilla notte d’estate. Sono i protagonisti delle Favole erudite per bravi vecchi bambini di Mark Twain (ma in inglese il tono ironico che pervade il libretto è evidente fin dal titolo; Some learned Fables for Good Old Boys and Girls, giocato sull’ambivalenza dell’espressione “good old boy”, quasi un “vecchio compagno”). Il racconto mette in ridicolo le pretese erudite degli esseri umani, qui trasfigurati in buffi animaletti sapienti. Geografi, fisici naturalisti, paleontologi alle prese con un mondo in fondo indecifrabile e spiegato con cervellotiche elucubrazioni. Si assiste così all’effetto – straniante – delle interpretazioni astruse che questi novelli Darwin attribuiscono alla realtà. Il palo del telegrafo diventa una straordinaria varietà arborea, i manichini di cera di un museo i resti di antichi esseri umani, e un’iscrizione municipale è letta come una fantomatica “Stele Sindacalitica”. Il preteso solstizio d’inverno poi, altro non si rivela se non un treno notturno in corsa, che si manifesta con il suo “grido demoniaco, poi uno sferraglio e un rimbombo e, l’istante dopo, un enorme e terrificante occhio con attaccata una lunga coda”. I binari sono “le parallele della latitudine”, mentre il treno lanciato nella direzione opposta non può che diventare, secondo questa logica delirante, l’equinozio di primavera, poi rivisto nell’interpretazione di uno dei dotti della spedizione, lord Cavalletta Gambalunga, come “un fenomeno di inconcepibile importanza e interesse”, niente meno che la transizione di Venere sulla superficie terrestre. Unico immune a questa follia generale è l’umile scarabeo stercorario, schivato da tutti in ragione del suo infimo “status sociale” e portatore solo della ragionevolezza, perché troppo spesso, osserva Twain, “alla scienza basta un cucchiaino di supposizioni per costruirci sopra una montagna di fatti dimostrati”. E il treno questa volta non è scelto come simbolo del progresso, ma del fraintendimento in cui incappano gli uomini quando vestono da accademici e soffocano con la boria il buon senso del cuore.

Favole erudite per bravi vecchi bambini. Mark Twain, Passigli Editori 2009.