Novelle moscovite
Michail Zoscenko
Le Occasioni
Il libro:
Il primo caduto della rivoluzione, Un fiammifero reazionario, I vantaggi del telefono sovietico… Bastano pochi titoli dei racconti qui riuniti per dare un’idea delle Novelle moscovite di Michail Zošcenko, uno dei più amati scrittori russi del primo Novecento, che con la sua grande arte satirica seppe conquistare migliaia di lettori. Ma il regime non poteva certo vedere di buon occhio uno scrittore tanto irrituale e provocatorio; e Zošcenko venne infatti accusato di attentare «alla libertà dello Stato» e mandato in Siberia. Quanto alle sue opere, fin dal 1946 il famigerato Zdanov ne aveva proibito la ristampa, quelle stesse opere che oggi sopravvivono al crollo del regime che tanto le aveva osteggiate e si presentano anzi ai nuovi lettori, non solo come acuta e divertente testimonianza dei paradossi della società sovietica, ma anche e soprattutto come l’originale creazione di uno scrittore che è stato definito da Nina Berberova «uno dei più brillanti e geniali scrittori satirici» del Novecento.
L'autore:
«Sono nato a Poltava nel 1895. Ho terminato il liceo nel 1913, e mi sono iscritto alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Pietroburgo. Non ho concluso i corsi. Nel 1915, sono partito volontario per la guerra. Sono stato ferito e intossicato dai gas. E quindi ricompensato con una malattia cardiaca. Nel 1918 sono entrato volontario nell’Armata Rossa. Nel 1919, sono ritornato libero. Nel 1921, mi sono dedicato alla letteratura. Per gli uomini del partito sono un uomo senza principi. È ciò che penso anch’io: non sono comunista, non sono socialista rivoluzionario, sono semplicemente un russo. E per di più, politicamente immorale. Non odio nessuno: questa è precisamente la mia ‘ideologia’… Ed ecco il nudo elenco degli avvenimenti che mi riguardano: sei volte arrestato; una volta condannato a morte; tre volte ferito; due tentati omicidi; tre volte bastonato. Tutto questo è avvenuto non per spirito di avventura, ma semplicemente per caso: non ho avuto fortuna. Mi sono guadagnato un mal di cuore e, forse per questo, sono divenuto scrittore, altrimenti sarei ancora aviatore…»
Michail Zošcenko
Il brano:
«Se non fosse, del resto, per quel po’ di denaro, già da tempo chi scrive avrebbe buttato ogni cosa alle ortiche, spezzato la penna e mandato al diavolo tutta la letteratura. Il lettore di oggi par fatto apposta per condurre alla disperazione. Romanzi americani e francesi, quelli sì, li divora! Ma la letteratura nazionale, quella russa, non la piglia nemmeno in mano! Fantasia sbrigliata e un determinato soggetto, qualunque sia: ecco quel che piace al lettore, quel che si impone.»
da Una terribile notte