Oppiario
Con "Ode trionfale", "Lisbon Revisited" e "Tabaccheria"
Fernando Pessoa
Opere di Pessoa
Se l’"Ode marittima", pubblicata in questa stessa collana, rappresenta il culmine dell’esperienza futurista di Álvaro de Campos, uno dei più geniali e innovativi eteronimi di Fernando Pessoa, "Oppiario" e "Ode trionfale" ne costituiscono il debutto letterario, sempre sulla rivista «Orpheu», nel marzo del 1915. Ma mentre in "Oppiario" Pessoa atteggia il suo poeta a principe del decadentismo, dandy svogliato e oppiomane, nell’Ode trionfale apre già verso il successivo passaggio ‘futurista’, in particolare come canto della civiltà contemporanea. Fu infatti proprio l’"Ode trionfale" – insieme a "16" di Sá-Carneiro, apparso su quello stesso numero di «Orpheu» – a destare lo scandalo maggiore, con grande divertimento di Pessoa: un recensore di «O Capital» arrivava ad accusare Pessoa-de Campos di cantare «le cose meno delicate e meno poetiche del nostro tempo con espressioni spaventose, a volte fin pornografiche». In realtà, come osservava il poeta Ángel Crespo, autore di una bellissima monografia su Fernando Pessoa, la «stupenda» "Ode trionfale" era senza dubbio «la cosa più nuova e viva di questo numero iniziale della rivista ‘Orpheu’».
Completano questo nostro volume altre tre poesie che rappresentano altrettante tappe dell’evoluzione creativa di Pessoa-de Campos: le due "Lisbon revisited", rispettivamente del 1923 e 1926, nelle quali si assiste a una sorta di processo di immedesimazione dell’autore e del suo eteronimo: se lo stile, infatti, è quello di Álvaro de Campos, i riferimenti, in particolare nella prima, rimandano ad aspetti biografici della vicenda umana di Pessoa, tra i quali la rinuncia al matrimonio con Ofélia e il senso sempre più forte di isolamento. Infine, la bellissima Tabaccheria, del 1928, rappresenta quasi il testamento spirituale di Pessoa-de Campos: "Non sono niente." / "Non sarò mai niente." / "Non posso voler essere niente." / "A parte ciò, ho in me tutti i sogni del mondo."