Alle nostre spalle, abbiamo un’eredità poetica che non soltanto ci permette – con il loro studio – di affinare i nostri discorsi in presenza della nostra o del nostro amato, ma che ci insegna anche cos’è l’amore.
Ovvio – penserai – sono solo parole, ma attenzione: la parola non è un suono vuoto, è un caleidoscopio di sensazioni, immagini, esperienze. Esperienze vissute da questi poeti. Esperienze che portano l’unicità di quell’amore a diventare quasi paradigma dell’amore stesso.
Ci saranno mille volti che incontrerai e probabilmente amerai, e in tutti troverai quelle tracce, qui segni, di cui parla Federico García Lorca o Pablo Neruda o ancora Ferdinando Pessoa. È l’amore.
Puro, travolgente, a tratti pauroso. È l’amore, e loro l’hanno cantato meglio di altri.
Alba – poesia di Federico García Lorca
Il mio cuore soffocato
sente quando viene l’alba
il dolore dei suoi amori
e il sogno delle distanze.
La luce di aurora porta
i vivai di nostalgie
e la tristezza senza occhi
del midollo della mia anima.
La gran tomba della notte
solleva il suo velo nero
per occultare col giorno
l’immensa cima stellata.
Che farò tra questi campi
in cerca di nidi e rami,
tutto avvolto nell’aurora
e piena di notte l’anima!
Che farò se tu hai gli occhi
morti nelle luci chiare
e alla mia carne è precluso
il calore dei tuoi sguardi!
Perché ti ho perso per sempre
in quel pomeriggio chiaro?
Oggi il mio petto è riarso
come un astro che si è spento.
Granada, aprile 1915
Questa poesia puoi trovarla nella raccolta: Poesie d’amore
Né vana speranza – poesia di Fernando Pessoa
Né vana speranza, né, non meno vana,
Disperazione, Lidia, guidano questa
Nostra vita a perdere.
Spera o dispera solo colui che sa
Cosa sperare. Noi nel labente corso
Dell’essere, ignoriamo.
Né solo per diletto sfogliamo quelle rose
Ma come chi non pensa e che sovrappensiero,
Sfoglia sfoglia, finisce.
Questa poesia puoi trovarla nella raccolta: Poesie d’amore di Ricardo Reis
Qui ti amo – poesia di Pablo Neruda
Qui ti amo.
Negli oscuri pini si districa il vento. Brilla la luna sulle acque erranti.
Trascorrono giorni uguali che s’inseguono.
La nebbia si scioglie in figure danzanti.
Un gabbiano d’argento si stacca dal tramonto:
A volte una vela. Alte, alte, stelle.
O la croce nera di una nave.
Solo.
A volte albeggio, ed è umida persino la mia anima.
Suona, risuona il mare lontano.
Questo è un porto.
Qui ti amo.
Qui ti amo e invano l’orizzonte ti nasconde.
Ti sto amando anche tra queste fredde cose.
A volte i miei baci vanno su quelle navi gravi,
che corrono per il mare verso dove non giungono.
Mi vedo già dimenticato come queste vecchie àncore.
I moli sono più tristi quando attracca la sera.
La mia vita s’affatica invano affamata.
Amo ciò che non ho. Tu sei così distante.
La mia noia combatte con i lenti crepuscoli.
Ma la notte giunge e incomincia a cantarmi.
La luna fa girare la sua pellicola di sogno.
Le stelle più grandi mi guardano con i tuoi occhi.
E poiché io ti amo, i pini nel vento
vogliono cantare il tuo nome con le loro foglie di filo metallico.
Questa poesia puoi trovarla nella raccolta: Venti poesie d’amore e una canzone disperata
Quando tutti e cinque i miei sensi campagnoli vedranno – poesia di Dylan Thomas
Quando tutti e cinque i miei sensi campagnoli vedranno,
le dita scorderanno i pollici verdi e indicheranno come,
attraverso l’occhio vegetale di una lunetta,
pula di giovani stelle e di uno scapestrato zodiaco,
l’amore nel gelo è sbucciato e riposto per l’inverno;
le flebili orecchie lo vedranno portato via al rullo dei tamburi
tra brezza e conchiglia verso una spiaggia dissonante,
e, allacciata a sillabe, la lingua di lince griderà
che le sue care ferite sono sanate aspramente.
Le mie narici vedranno il suo respiro ardere come arbusto.
Il mio unico e nobile cuore ha testimoni
in ogni contrada d’amore, che si desteranno a tentoni;
e quando il cieco sonno cadrà sui sensi appostati,
il cuore sarà sensuale, anche se cinque occhi si spezzano.
Questa poesia puoi trovarla nella raccolta: La mappa dell’amore
V – poesia di Miguel Hernández
Il tuo cuore, un’arancia gelata,
l’interno buio di dolci liquori
e una porosa vista d’oro: fuori,
felicità promessa ed ostentata.
Il mio cuore, una febbrile granata
d’aperta cera e rappresi rossori,
che ti offrirebbe teneri tesori
con un’ostinazione innamorata.
Che assalimento, ahi, di disincanto
andare al cuore tuo e trovare un ghiaccio
di irriducibile e orrida neve!
Lì, nei dintorni di questo mio pianto
gira in volo un fazzoletto assetato,
che spera di poterci andare a bere.
Questa poesia puoi trovarla nella raccolta: Il lampo che non cessa
Sacrificio – poesia di Rainer Maria Rilke
Il mio corpo fiorisce da ogni vena e più intenso
è il suo profumo da quando ti conosco;
più agile il mio passo, più diritto il mio cammino
e tu attendi soltanto – ma chi sei dunque?
Lo sento: mi allontano e lascio alle mie spalle
foglia dopo foglia stagioni ormai remote.
Sopra di te e presto su di me come stelle
all’orizzonte resta solo il tuo sorriso.
Tutto quello che attraverso la mia infanzia
senza nome e come acqua ancora splende
io te lo consacrerò recandoti parole
dove arde la tua chioma: sull’altare
dolcemente coronato dai tuoi seni.
Inverno 1905/1906
Questa poesia puoi trovarla nella raccolta: Poesie d’amore
In ogni cosa ho voglia di arrivare – poesia di Boris Pasternak
In ogni cosa voglio raggiungere
la sostanza più profonda.
Nel lavoro, nella ricerca della via,
nel caos interiore.
L’essenza dei giorni trascorsi,
la loro ragione,
le fondamenta, le radici,
il midollo.
Appeso di continuo al filo
dei destini, degli eventi,
vivere, pensare, sentire, amare,
perseguire la scoperta.
Oh se ne fossi capace
anche solo in parte,
scriverei otto versi
sui perché della passione.
Sull’illegalità, sui peccati,
le corse, le rincorse,
le casualità buttate lì,
i gomiti, i palmi.
Ipotizzerei le sue leggi,
il principio,
e ripeterei le iniziali
dei suoi nomi.
Pianterei i miei versi, per farne un giardino.
Dal fremito delle vene
spunterebbero intere schiere di tigli,
in fila indiana, allineati.
Nei versi aliterei il respiro di rose,
il respiro di menta,
prati, carice, fieno,
boati di tempesta.
Così un tempo calava Chopin
il miracolo vivente
di casali, parchi, boschi, cimiteri,
dentro i suoi pentagrammi.
C’è gioia e tormento
nell’ottenere il trionfo –
corda tesa
di un arco pronto.
1956
Questa poesia puoi trovarla nella raccolta: Anch’io ho conosciuto l’amore
L’amore è morto tra le tue braccia – poesia di Guillaume Apollinaire
L’amore è morto tra le tue braccia
Ti ricordi di averlo incontrato
È morto lo rivedrai
Ad incontrarti è tornato
Un’altra primavera di passato
Io penso a ciò ch’ebbe di dolce
Addio stagioni che finite
Ci tornerete così dolce
Questa poesia puoi trovarla nella raccolta: Poesie per Lou