Ritrovarsi

Edith Dzieduszycka
Passigli Poesia
«… Opera di singolarissima potenza simbolica e visionaria, nonostante il tono confidenziale e quasi sussurrato. Si tratta, tecnicamente parlando, di una dilogia, una sorta di doppia sequenza di immagini volte a dare forma viva e vibrante a un’altrimenti pietrificata solitudine. Sia "La poltrona a dondolo" che "L’infida notte" sono poemetti di una compattezza assoluta, benché risultante da una summa di frammenti-lacerti, schegge di specchio infranto…» Silvio Raffo
«… Nell’acuto respiro poematico che distingue queste composizioni il bagliore della espansione del sentimento appartiene all’insondabile mistero della condizione umana che avvilita dalla perdita della persona amata cerca una rappresentazione del mondo esterno nelle espressioni ritmiche del mondo interno, tra le immagini e i ricordi…» Antonio Spagnuolo
«… allorché l’ispirazione viene sovrastata dalla logica, almeno nella poesia moderna, è necessaria una capacità straordinaria per non scadere nell’ovvio. La nostra autrice (…) ci dona versi che rappresentano una libertà di ispirazione sempre per così dire controllata dalla sua indole poetica, ciò che è innato ed esce alla luce in opposizione alla volontà che non di rado è la forza propulsiva dell’io…» Luciano Nanni
Francese di origine, Edith de Hody Dzieduszycka (Strasburgo, 1936) ha lavorato a lungo al Consiglio d’Europa, dove, insieme a colleghi di diverse nazionalità, ha fondato il Club des Arts, con lo scopo di organizzare mostre, incontri e letture di poesie. Nel 1966 la sua raccolta "Ombres" ottiene il Secondo Premio al Prix des Poètes de l’Est, organizzato dalla Società dei Poeti e Artisti di Francia. Negli stessi anni, mentre disegna, dipinge e realizza collages, alcune sue poesie vengono pubblicate sulla prestigiosa rivista «Art et Poésie» diretta da Henry Meillant.
Nel 1968 si trasferisce in Italia e dal 1979 risiede a Roma, dove si dedica anche alla fotografia, incoraggiata in particolare da Mario Giacomelli, André Verdet e Federico Zeri. Continua intanto a scrivere poesia e prosa, e nel 2007, con prefazione di Vittorio Sermonti, appare in questa nostra collana la sua prima raccolta italiana, "Diario di un addio", cui fanno seguito "Cellule" (2014, prefazioni di Stefano Gallo e François Sauteron) e "A quale Pessoa" (2020, prefazione di Silvio Raffo). Sempre per la Passigli Editori ha tradotto e curato nel 2023 il libro di memorie "La casa del dolore. 1944-1945", in cui sua madre Geneviève de Hody racconta la drammatica prigionia nel carcere tedesco di Clermont-Ferrand insieme al marito, deportato poi, in quanto prigioniero politico, a Mauthausen, dove trovò la morte nell’aprile del 1945.
Molti i video realizzati con sue poesie, in particolare in collaborazione con Pino Censi, Diego De Nadai, Giulia Perroni.