Guerra Civile Spagnola: tre romanzi e un poema

Riscoprire il passato, per evitare che si ripetano gli stessi errori.
Luglio 1936. Un colpo di stato militare spacca la Spagna in due: da una parte Franco e i suoi generali, dall’altra la Repubblica democratica.
Questa non è solo la storia di un paese: è l’anticipazione di quello che sarà il momento più buio dell’Europa. Tre anni di sangue, 500.000 morti, una generazione di artisti e intellettuali massacrata. Quello che accade in Spagna non è solo una guerra civile: è il laboratorio del fascismo europeo, il prototipo delle dittature del XX secolo.

Guerra civile Spagnola 1936: la Generazione del ’27

Immagina di vivere in un paese dove i poeti vengono fucilati all’alba, gli scrittori muoiono in carcere, gli intellettuali scompaiono nel nulla. È quello che succede dopo la vittoria franchista.
La Generazione del ’27 – forse il movimento poetico più geniale della storia europea – viene letteralmente decapitata. García Lorca assassinato a 38 anni, Miguel Hernández morto in una cella, Rafael Alberti costretto all’esilio perpetuo. Eppure, nonostante tutto, la letteratura non muore mai, nemmeno sotto le dittature più feroci. E gli scrittori, nelle cantine, negli esili, nei campi di concentramento, continuarono a scrivere e raccontano quello che i giornali non possono dire.

Questi libri sono atti di resistenza, bombe a orologeria lanciate contro l’oblio. Ogni pagina è – ancora oggi – una vittoria contro chi voleva e vuole farci dimenticare.

Ya hay un español que quiere
vivir y a vivir empieza,
entre una España que muere
y otra España que bosteza.

Españolito que vienes
al mundo te guarde Dios.
una de las dos Españas
ha de helarte el corazón.

Antonio Machado scrisse questi versi nel 1912, ventiquattro anni prima che la guerra esplodesse. E come se avesse visto nel futuro, quelle “due Spagne” che si sarebbero massacrate erano già lì, in agguato.

Ecco uno spagnolo che vuole/ vivere e a vivere comincia, / fra una Spagna che muore / e un’altra Spagna che sbadiglia.
Españolito che vieni / al mondo, ti guardi Dio./ Una delle due Spagne / ti ghiaccerà il cuore.

Guerra Civile Spagnola: Quattro libri che ti cambieranno la vita

Vent’anni e un giorno – Jorge Semprún

Jorge Semprún è un uomo, uno scrittore, che ha attraversato tutti gli inferni del XX secolo e li ha raccontati con una lucidità che toglie il respiro: fu deportato a Buchenwald, sopravvisse ai lager nazisti, visse nove anni in clandestinità sotto Franco. Questo libro è un pugno nello stomaco. 

Spagna, 1956. Nella campagna di Quismedo, la potente famiglia Avedaño organizza per l’ultima volta una cerimonia rituale: la messinscena dell’assassinio, vent’anni prima, del figlio minore da parte dei contadini in rivolta, durante l’inizio della guerra civile. Alla commemorazione partecipano due figure enigmatiche: un ispanista americano e un commissario della polizia politica franchista, entrambi attratti non solo dal rituale, ma anche dai segreti della famiglia – in particolare dalle ambigue relazioni della giovane e affascinante vedova della vittima.

Perché leggerlo?

Perché è un romanzo storico che non si limita a raccontare, ma indaga, smaschera, ricorda. È un’occasione per entrare nel cuore della Spagna del dopoguerra, nei silenzi di una nazione ancora ferita, e nei meccanismi della memoria individuale e collettiva.

La guerra – Antonio Machado

Machado scrive questi versi mentre Madrid brucia. Ha 61 anni, è malato, e la guerra gli sta portando via tutto. Ma continua a scrivere fino all’ultimo giorno, fino all’ultimo respiro. 

La guerra è una raccolta poco nota ma preziosa di Antonio Machado, pubblicata mentre era ancora in vita. Include poesie (tra cui la celebre Il delitto fu a Granada, dedicata a García Lorca), appunti in prosa, articoli, un discorso politico ed etico e una lettera al critico russo Vygodsky. È un’opera scritta nel cuore della guerra civile spagnola, che riflette il dolore, l’impegno e la lucidità intellettuale di Machado, repubblicano convinto.

Nonostante la sua importanza, La guerra è spesso assente nelle edizioni complete dell’autore: un’assenza difficile da spiegare, soprattutto oggi.

Perché leggerlo?

Perché La guerra è molto più di un libro: è la testimonianza viva di un poeta che ha scelto di stare dalla parte della libertà, della giustizia e della memoria. Un’opera fondamentale per capire non solo la sua poesia di Machado, ma anche il dramma della Spagna negli anni Trenta e il ruolo della parola in tempi di crisi.

Ricordi della guerra di Spagna – George Orwell

Nel dicembre del 1936 George Orwell parte per la Spagna con l’intenzione di raccontare la guerra civile come inviato. Ma l’esperienza si rivela più forte delle aspettative: invece di limitarsi al ruolo di osservatore, decide di combattere al fianco della Repubblica arruolandosi nel POUM, il Partido Obrero de Unificación Marxista. Ferito gravemente al fronte nel 1937, Orwell lascia la Spagna portando con sé la memoria di un conflitto che segnerà profondamente la sua visione politica e letteraria.
Se Omaggio alla Catalogna è il libro più noto nato da quell’esperienza, questo volume riunisce scritti meno conosciuti ma altrettanto preziosi. In Vuotare il sacco spagnolo (1937) emerge una testimonianza diretta che non esita a denunciare le contraddizioni del fronte repubblicano, più preoccupato di contenere una rivoluzione proletaria che di fermare il colpo di Stato fascista. Lo stesso sguardo critico attraversa Testimone a Barcellona, incentrato sulle “Giornate di maggio” del 1937, che portarono alla repressione del POUM e costrinsero Orwell alla fuga. Chiude il volume Ripensando alla guerra di Spagna (1942), un saggio maturo in cui l’autore torna a riflettere sul significato di quell’esperienza e sul pericolo sempre vivo del totalitarismo.

Perché leggerlo?

Questo libro mostra un Orwell meno celebrato, ma forse ancora più autentico: non solo scrittore, ma combattente e testimone diretto di una guerra che ha plasmato il suo pensiero. Nelle sue pagine si sente la tensione di chi ha vissuto gli eventi sulla propria pelle e la lucidità di chi sa riconoscere i limiti e le contraddizioni del campo in cui ha militato. Leggerlo significa riscoprire l’origine del suo impegno politico e comprendere come la guerra di Spagna sia stata una svolta decisiva per la sua riflessione sulla libertà. È un libro che parla al presente, perché ricorda quanto fragile sia la democrazia e quanto urgente resti difenderla da ogni forma di autoritarismo.

Poema del cante jondo – Federico García Lorca

Prima che il suo nome diventasse mito, prima che la guerra lo zittisse per sempre, Federico García Lorca ascoltava.
Ascoltava i canti dei gitani, dei poveri, dei dimenticati. Da quell’ascolto è nato il Poema del cante jondo: non una semplice raccolta poetica, ma un viaggio nella voce profonda dell’Andalusia, che si tramanda nei vicoli, nei cortili, nelle case.

Pubblicato nel 1931, ma scritto dieci anni prima, questo libro anticipa la grande stagione poetica di Lorca e si lega alla Generazione del ’27 e al tentativo – audace – di restituire dignità al patrimonio orale, popolare, gitano. Non a caso, Lorca accompagna le poesie con una conferenza memorabile, qui tradotta per la prima volta in italiano da Passigli Editori, in cui spiega cosa significa davvero “cante jondo”: un canto che non abbellisce, non consola, ma grida.

Perché leggerlo?

Perché in tutto questo rumore di fondo, Lorca ci ricorda che esiste un altro suono: quello che viene da sotto, dalla terra, dalle vite invisibili. Ascoltare quel grido significa accorgersi che le radici poetiche del mondo non sono morte, ma continuano a vibrare sotto le nostre scarpe. 

Non leggere questi libri per cultura. Leggili per sopravvivere, per capire. Per non dimenticare mai che la barbarie è sempre a un passo da noi.

 

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Il libro

Copertina di Ricordi della Guerra di Spagna di George Orwell
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Ricordi della guerra di Spagna

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