Rumore occulto
Poesie 1946-2006
Pablo García Baena
Passigli Poesia
Nato a Cordova (Spagna) il 29 giugno 1921, Pablo García Baena studia disegno e storia dell’arte nella sua città natale. Dal sodalizio con il pittore e scrittore Ginés de Liébana e con i poeti Juan Bernier, Ricardo Molina, Julio Aumente e Mario López nasce la rivista di poesia Cántico, attiva fra il 1947 e il 1957. Aperta a autorevoli voci liriche di altri paesi, sconfessando l’ottuso nazionalismo della dittatura, Cántico sarebbe diventata una pubblicazione di culto nella formazione accidentata del canone letterario spagnolo. Acclamato precursore dell’estetica innovativa del gruppo poetico dei Novísimos, sorto sul finire del franchismo, Pablo García Baena pubblica la sua prima raccolta di versi con il titolo di Rumor oculto (1946), cui seguono Mientras cantan los pájaros (1948), Antiguo muchacho (1950), Junio (1957) e Óleo (1958). Per la pubblicazione di Almoneda (1971), invece, bisognerà aspettare tredici anni. In questo periodo, Pablo García Baena viaggia molto e si trasferisce a Torremolinos (Malaga), dove vive e lavora come antiquario fino al 2004, anno del suo ritorno a Cordova. Sono sue anche le raccolte Antes que el tiempo acabe (1978), Fieles guirnaldas fugitivas (1990) e Los Campos Elíseos (2006). Solo nella maturità la sua opera ha ottenuto importanti riconoscimenti come il Premio Principe de Asturias (1984), il Premio Reina Sofía de Poesía Ibero-Americana (2008) e il Premio Internacional de Poesía Federico García Lorca (2012).
«… Non più ai margini e nemmeno al centro, Pablo García Baena è cosmopolita per essersi preso cura delle cose belle del cosmo a partire dalla sua Cordova, dove ha coniato l’arte di trascendere le gerarchie dovunque si trovino e da qualunque era provengano. Simbolicamente gli è prossimo tutto ciò che lo commuove: l’opera d’arte, l’oggetto quotidiano, l’arredo liturgico, l’idillio della natura, il reperto archeologico, la veduta urbana. Gesti che tendono alla relazione con l’altro: la persona amata, il familiare, l’amico (...) Se la bellezza è negli occhi di chi guarda, la sua presenza nel mondo è qui incarnata da un artista che ha un corpo, dei gusti raffinati, la vocazione a fare una poesia che incanta ma non sempre rincuora. (…) L’armonia di Pablo García Baena è una meta piena di inciampi anche maliziosamente ironici. L’amalgama del lessico sontuoso e quotidiano, la convergenza dei metri colti e popolari ne rivelano i tratti cangianti, gli enigmi lasciati in sospeso. È un umanesimo che si sa vulnerabile, contemporaneo. Per analogia con quanto è successo nel campo dell’arte, anche la letteratura è libera dalla tutela di narrazioni critiche che imponevano morfologie e valori in nome di cambiamenti necessari. Si fatica a non contare sulla linearità dei fatti e sulla fede nel progresso, ma ormai nessuna creazione può dirsi storicamente inappropriata. Oggi in Spagna Pablo García Baena è un poeta di riferimento. Giustizia è fatta viene da dire»...
Dalla prefazione di Elide Pittarello
He dejado las puertas entornadas
tras el suicidio. Sé que vienes, llegas
por la cal del pasillo con la luna
y es hermoso el verano que escogiste
Ho lasciato le porte socchiuse
dopo il suicidio. So che vieni, arrivi
dalla calce dell’ingresso con la luna
ed è bella l’estate che hai scelto