Storie di New York
Edith Wharton
Passigli Narrativa
Il rapporto tra Edith Wharton e la sua città natale, New York, è un rapporto molto controverso. Edith Wharton lasciò New York per la sua adorata Parigi nel 1907. In quegli anni la buona società di Manhattan era molto arretrata rispetto alle capitali europee: carrozze splendenti, balli di debuttanti, splendidi appartamenti sulla Fifth Avenue, ma una società nella quale imperava soltanto il dio denaro: ragazze della società più blasonata ma in difficoltà economiche corteggiavano giovani industriali, vedove rispettabili si fanno amanti di parvenus... una società, insomma, nella quale la cultura puritana si mescolava drammaticamente alla cultura del denaro. Ciò che affascina la Wharton sono proprio il punti deboli della filosofia della vecchia New York, una città nella quale, tuttavia, grazie anche ai viaggi in Europa, si fa spazio una nuova élite che con il tempo modificherà la cultura della città. Edith Wharton ha parlato di New York come di una prigione, ma in questi racconti si avverte sotto traccia anche il suo grande amore per New York.
Edith Wharton (1862-1937) è oggi unanimemente riconosciuta come una delle maggiori ed autonome figure della letteratura americana a cavallo del secolo. Cresciuta in un ambiente altamente elitario e rigidamente conservatore dell'alta società di New York, la Wharton in molte delle sue opere più importanti ha rielaborato i temi legati alla forte chiusura sociale di tale ambiente. Fu amica e confidente dello scrittore Henry James, che la spronò nella carriera letteraria.
Di Edith Wharton la Passigli Editori ha pubblicato i racconti Xingu, Madame de Treymes, La collezione Raycie, Pienezza di vita e Ville italiane e i loro giardini.