Sull’editoria di poesia contemporanea #11: Fabrizio dall’Aglio – Minima&moralia, 2 aprile 2020, di Francesca Sante
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In una tua intervista uscita l’anno scorso per “Poesia del Nostro Tempo”, dici: «fino a quando esisterà una lingua esisterà anche una poesia». Come si collega questo al discorso che stiamo facendo?
La poesia è arte della lingua: questa è la sostanza della frase. Io non temo che la poesia possa defungere. Perché? perché la lingua esiste. In generale si possono attraversare periodi in cui la poesia ha più o meno attualità, importanza, ecc., o comunque periodi in cui questa importanza viene riconosciuta o periodi in cui non viene riconosciuta. Resta il fatto che la lingua esiste, e fino a quando esiste la lingua io non ho nessun timore che la poesia possa non esistere. Devo aggiungere però che provo sempre fastidio nei confronti di quei giudizi clamorosi e perentori del tipo: senza poesia non si vive, ecc. Moltissimi vivono senza poesia, quindi si può benissimo vivere, anzi. Però, detto questo, se uno mi chiede: “La poesia ci sarà?”, io rispondo: “Sì, la poesia ci sarà perché ci sarà la lingua”. Dopo di che, se non interesserà a nessuno è un altro discorso.
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Per leggere tutta l’intervista: http://www.minimaetmoralia.it/wp/sulleditoria-poesia-contemporanea-11-fabrizio-dallaglio/?fbclid=IwAR2xFfsV1MD2FKWSy-xJ_FYuGtEyicIVTPD9A5W4ISJUvoHRKlzYKLIeb6M