Tra le cose che aspettano
Emilio Zucchi
Passigli Poesia
Il libro:
Tra i poeti della sua generazione Emilio Zucchi è sicuramente uno dei più interessanti. Lo pensavo già dopo la lettura del suo primo libro Il pane, soprattutto per due ragioni - che tornano nettamente a imporsi qui, Tra le cose che aspettano - , e cioè per l'energia compressa della sua parola e per la sua esattezza, qualità che emergono immediatamente di fronte al suo verso, controllatissimo e denso. Il nuovo libro, in parte anticipato l'anno scorso nel nuovo "Almanacco dello Specchio", apre ulteriormente il ventaglio di prospettive e di territori da esplorare di Zucchi. Emerge subito la sua capacità di muoversi reattivo - e per certi aspetti giustamente insofferente - nella contemporaneità, fino a comporre sequenze di netta impronta civile, nelle quali circolano ben vivi i suoi umori - umori forti - senza che mai l'autore si lasci andare ad accenti enfatici o superficialmente indignati. La sua voce è potente, il sentimento delle cose profondo … Dalla prefazione di Maurizio Cucchi
L'autore:
Nato a Parma nel 1963, Emilio Zucchi è un nome ormai noto fra i poeti della sua generazione. Dopo le prime due raccolte (Il pane, Campanotto, 1994, con prefazione di Leopoldo Carra e Il pioppo genuflesso, Diabasis, 2001, con prefazione di Mario Luzi), l’Almanacco dello Specchio di Mondadori ha presentato un anno fa una serie di sue poesie che costituiscono anche parte del libro che qui si presenta. Giornalista professionista, Emilio Zucchi si occupa di poesia anche da un punto di vista critico, in particolare attraverso recensioni su giornali e sulla rivista “Poesia” edita da Crocetti.
Il brano:
«I lobotomizzati digitalida ombre di password fragili trasmigranoa schermate d'offertelast minute all inclusive: bianche spiagge,palme, decibel, guerre. Sole e sabbiaa arroventare mine. Piano ferie.»