Madame de Treymes

Edith Wharton

Passigli Narrativa

Prefazione di Attilio Brilli, traduzione di Marcella Bonsanti

Anno :1992

Pagine :108

Prezzo :8,50€

ISBN :978-88-368-0380-4



Il libro:
Madame de Treymes si colloca, cronologicamente, in un punto cruciale della vita e dell'arte di Edith Wharton, nel 1907, due anni dopo la pubblicazione del suo primo romanzo, La casa della gioia, e in quello del trasferimento della scrittrice americana a Parigi, avvenuto sotto l'egida dell'amico e 'maestro' Henry James.E proprio ai temi ed ai modi tipicamente jamesiani della 'international situation' si ispira la vicenda del giovane americano a Parigi, John Durham, che, coinvolto nelle difficoltà del divorzio tra la conterranea Fanny Brisbee, da lui amata, ed il nobile Monsieur de Malrive, affida le speranze di buon esito alla cognata di lei, Madame de Treymes. L'incontro, o lo scontro, fra i due è lo scontro fra due culture assai diverse, l'americana e l'europea; ed è insieme il suggestivo confronto di due mondi destinati a contaminarsi a vicenda, anche perché nell'ottica dei colti americani di quegli anni il mondo europeo è polo simultaneo di attrazione e repulsione. E qui è evidente il richiamo autobiografico della stessa scrittrice: giacchè, come scrive Attilio Brilli, "qui giacciono le sue radici lontane, qui sono disseminati i segni di un'identità perduta… in questo senso, c'è effettiva soluzione di continuità, malgrado le differenze di ambiente, di ceto e di stagione artistica, fra Hawthorne, James e la Wharton. Anzi, novelle come Madame de Treymes sembrano, nella loro icasticità, mostrare come si possa superare il maestro - Henry James - o aspirare a una propria originalità, recandogli un geniale e fedele tributo".

L'autrice:
Edith Wharton, a lungo accomunata a Henry James, cui del resto fu legata da amicizia e da molti comuni tratti biografici, è oggi unanimemente riconosciuta come una delle maggiori ed autonome figure della letteratura americana a cavallo del secolo.
Di Edith Wharton la Passigli Editori ha pubblicato anche il racconto XinguVille italiane e i loro giardini, La collezione Raycie, e Pienezza di vita.

Il brano:

«Mentre attendeva che Madame de Malrive s'infilasse i guanti, John Durham sostava nel vano del portone guardando oltre Rue de Rivoli la luminosità pomeridiana dei giardini delle Tuileries. I suoi soggiorni in Europa erano abbastanza rari da mantenere indenne la freschezza dell'occhio, e sempre lo colpiva di nuovo lo spettacolo vasto e magistralmente ordinato di Parigi: quell'aria di esser stata progettata con audacia e ponderatezza come uno sfondo al godimento della vita, invece di trovarsi costretta a far concessioni di malavoglia agli istinti festaioli, oppure a barricarvisi contro in uno squallido oscurantismo, com'era il caso della sua deplorevole New York. […]»