Sherlock Holmes: 5 curiosità che forse non sai sul personaggio più famoso di sempre

Ricordi la frase “Elementare, Watson!”? Sicuramente, e in pochi istanti la tua mente è andata a ripescare l’immagine di Sherlock Holmes mentre accarezza la sua pipa. Tuttavia questa frase non viene mai pronunciata dall’investigatore nei romanzi di Arthur Conan Doyle, ma si è affermata solo successivamente nelle rappresentazioni cinematografiche, così come anche la sua pipa e il suo cappello. 

Questo è uno di quei casi in cui il personaggio prende vita diventando più famoso del suo stesso autore. 

Detective Holmes: il personaggio più duraturo del romanzo poliziesco

Sebbene il detective immaginario fosse stato anticipato da C. Auguste Dupin, personaggio immaginario che appare in tre racconti di Edgar Allan Poe, e da Monsieur Lecoq di Émile Gaboriau, Holmes ha avuto un impatto singolare sull’immaginazione popolare ed è stato il personaggio più duraturo, e in un certo senso più amato, del romanzo poliziesco. 

Tratti dal suo personaggio e dalle sue avventure sono stati realizzati film, serie e cartoni animati, e ancora oggi la sua fama è mondiale. Ma sicuramente non tutti sanno alcune piccole curiosità sul nostro detective.

Qual è il legame tra Holmes e Joseph Bell

Conan Doyle iniziò i suoi studi di medicina presso l’Università di Edimburgo nel 1876, dove Bell era una figura di spicco nella facoltà. Bell, professore di Doyle, aveva un dono straordinario nel diagnosticare i pazienti solo osservandoli attentamente. Sapeva riconoscere la professione di un uomo dal modo in cui camminava, se aveva prestato servizio militare dal modo in cui portava il cappello, o dove viveva dallo stato delle sue scarpe.

Durante questo periodo, Conan Doyle modellò i metodi e i manierismi di Sherlock Holmes su quelli del dottor Joseph Bell: in particolare la sua capacità di osservazione e il ragionamento deduttivo. È da qui che arriva la citazione, mantra di Holmes:

“Una volta escluso l’impossibile, tutto ciò che rimane, per quanto improbabile, deve essere la verità.”

Nel 1892, Doyle riconobbe apertamente l’influenza di Bell scrivendogli: «È certamente a te che devo Sherlock Holmes». 

Nello stesso anno, Bell fu identificato dalla stampa come “il vero” Holmes. Anche se il professore potrebbe non aver gradito l’attenzione derivante dalla sua associazione con Holmes, il suo nome è diventato per sempre legato a quello del celebre detective immaginario.

Piccola postilla: Doyle ha praticato la professione di medico per quindici anni, prima come medico di bordo di una baleniera e di un piroscafo e infine con un suo ambulatorio.

Chi è la nemesi di Sherlock Holmes

Il principale avversario di Sherlock Holmes è il professor James Moriarty, definito da Holmes stesso il “Napoleone del crimine”. Moriarty appare in vari racconti e romanzi di Arthur Conan Doyle. Come per il personaggio di Holmes, anche Moriarty sembra essere stato ispirato da una figura reale: si ritiene che Conan Doyle abbia modellato Moriarty su Adam Worth, un criminale attivo durante quel periodo.

“Elementare, mio ​​caro Watson”

Holmes vive a Londra, in un appartamento che inizialmente condivide con il dottor John Watson, medico dell’esercito britannico rimasto ferito nella guerra in Afghanistan del 1880. La sua dimora al 221B, Baker Street all’epoca non esisteva, mentre oggi è un museo dedicato al personaggio. Oltre naturalmente a Holmes, Watson è un personaggio di estrema importanza. Attento osservatore dei ragionamenti e dei comportamenti dell’amico, è lui a raccontare in prima persona gran parte delle loro avventure e a spiegare le straordinarie intuizioni di Holmes. 

È sempre lui che ci descrive il detective come un personaggio molto complesso e lunatico che, sebbene di abitudini rigide, è notevolmente disordinato. Soffre di attacchi di mania e di depressione, accompagnati dal vizio del fumo della pipa e dall’uso di cocaina. 

Nonostante la sua modestia riguardo alle proprie abilità, Holmes respinge gli elogi dichiarando che le sue capacità sono “elementari”. Tuttavia, va notato che la celebre frase “Elementare, mio caro Watson” non appare mai effettivamente nei testi di Conan Doyle.

La sua pipa e il cappello da cacciatore di cervi

Curiosamente, due dei simboli distintivi di Holmes, la sua pipa e il cappello da cacciatore di cervi, non sono originari dalle opere di Conan Doyle. La pipa ricurva fu introdotta da Gillette, presumibilmente per rendere più comoda l’interpretazione dell’attore durante lunghe scene, mentre il cappello da cacciatore di cervi (o “da prua a poppa”), tipico dell’abbigliamento da campagna, fu inserito da Sidney Paget in più di un’illustrazione per Lo Strand, mostrando Holmes mentre svolgeva le sue indagini in campagna.

1893: Doyle decide di uccidere Sherlock

Nel 1893, Sherlock Holmes era all’apice della sua popolarità ma il Doyle non voleva rassegnarsi a fare per tutta la vita lo scribacchino di semplici storie poliziesche.  Nel 1896 annotò:

“Ho avuto una tale overdose da lui che provo nei suoi confronti gli stessi sentimenti che provo verso il pâté de foie gras, di cui una volta ne mangiavo troppo, quindi il suo nome mi dà ancora oggi una sensazione nauseante”. 

Così decise di fare l’impensabile: uccidere la sua progenie letteraria. Il metodo che avrebbe utilizzato gli venne in mente durante un viaggio che fece in Svizzera quell’estate: si sarebbe sbarazzato del primo e più famoso detective del mondo gettandolo dalle bellissime cascate alpine di Reichenbach. La morte di Holmes fu documentata in “The Final Problem”, pubblicato su The Strand Magazine nel dicembre 1893. 

Ciò che Doyle non poteva prevedere fu la protesta pubblica che ne seguì, di proporzioni  del tutto inaspettate per l’uomo che in realtà voleva “solo” essere il nuovo Sir Walter Scott. Gli uomini indossarono fasce nere da lutto, la famiglia reale britannica si dichiarò sconvolta e più di 20.000 lettori cancellarono i loro abbonamenti al popolare Magazine, in cui Holmes appariva regolarmente.

Conan Doyle, di conseguenza, fu costretto a far resuscitare il suo detective nel racconto “L’avventura della casa vuota”. La richiesta era così grande che gli editori ne volevano di più. La rivista americana Collier’s Weekly gli offrì 25.000 dollari per sei nuovissimi racconti e The Strand si offrì di pagargli 100 sterline per ogni 1000 parole: la cifra più alta offerta a un autore in quel momento.

Libri per Sherlockiani o Holmesiani alle prime armi

I devoti di Holmes, conosciuti come Sherlockiani o Holmesiani, si riuniscono spesso nelle società di tutto il mondo per rendere omaggio al maestro detective con un fervore cultista. Le più affermate di queste società sono la Baker Street Irregulars, fondata nel 1934, solo su invito, e la Sherlock Holmes Society di Londra, fondata nel 1951 e aperta a chiunque.

Nella nostra biblioteca Passigli, abbiamo trovato questi 6 magnifici racconti: dai più famosi a delle vere e proprie chicche.

L’impareggiabile Sherlock Holmes

L’impareggiabile Sherlock HolmesI tre racconti della raccolta, “Un caso di identità”, “L’uomo dal labbro storto” e “Il nobile scapolo”, sono stati scelti per la loro grande rappresentatività del metodo e del personaggio di Sherlock Holmes, uno dei più famosi di tutto il panorama letterario occidentale.

La lampada rossa

Sherlock Holmes e La lampada rossa di Arthur Conan DoyleLa raccolta “La lampada rossa” comprende una serie di racconti medici scritti da Arthur Conan Doyle e pubblicati nel 1894, non con molto successo. Questi racconti sono un omaggio non solo alla medicina in sé, ma soprattutto al ruolo del medico nell’Inghilterra vittoriana. Infatti, l’autore si concentra su due aspetti fondamentali dell’esperienza medica: gli incontri con una vasta gamma di persone e la capacità di affrontare situazioni che rendevano il medico un profondo conoscitore della vita umana.

Un medico d’altri tempi

Un medico d’altri tempi - Arthur Conan Doyle - Sherlock HolmesPubblicati nel 1894, quando ormai la fama di Conan Doyle aveva raggiunto l’apice, questi racconti sono un atto di amore al “metodo” basato su un approccio scientifico ai fatti da interpretare non dissimile al metodo diagnostico seguito dai medici in un periodo in cui non disponevano dei moderni strumenti di indagine. Questi racconti si trasformano così nell’affresco sublime e leggero di un’intera società, quella vittoriana, descritta in personaggi di ogni tipo e di ogni classe sociale. Questa raccolta inedita in Italia rappresenta una grande occasione per scoprire un classico senza tempo.

Tre avventure di Sherlock Holmes

Tre avventure di Sherlock HolmesÈ una raccolta di 12 racconti pubblicata per la prima volta nel 1892, in cui 6 racconti furono editi individualmente sullo Strand Magazine tra luglio 1891 e giugno 1892, con illustrazioni di Sidney Paget. Nel 1987, il critico H. R. F. Keating l’ha inserita tra i 100 migliori gialli letterari della storia del poliziesco.

Sherlock Holmes e il mistero di Boscombe Valley

Sherlock Holmes e il mistero di Boscombe ValleyLestrade incarica Holmes di investigare sull’omicidio di un proprietario terriero nell’Herefordshire, con il figlio come principale sospettato. Holmes intuisce la presenza di un terzo uomo e ipotizza legami con un passato oscuro, un amore ostacolato e il ricatto. “Il mistero di Boscombe Valley” è un racconto giallo del 1891, il quarto dei 56, originariamente pubblicato nel numero di ottobre 1891 di The Strand Magazine.

Sherlock Holmes e il diadema di diamanti

Sherlock Holmes e il diadema di diamantiHolmes si trova qui alle prese con tre delle sue più famose indagini; e ancora una volta è il suo inseparabile compagno, il dottor Watson, a fornircene il puntuale resoconto. Se nel racconto che dà il titolo al nostro volume, “L’avventura del diadema di diamanti”, lo vediamo alle prese con un’intricatissima storia d’amore e… di arte del furto, ne “I cinque semi d’arancio” eccolo fronteggiare nientemeno che la famigerata organizzazione razzista del Ku Klux Klan. Conclude il volume “L’avventura del carbonchio azzurro”, nella quale Sherlock Holmes deve dare sfoggio di tutta la sua abilità deduttiva nella ricerca di una rarissima pietra preziosa rubata a una misteriosa contessa.

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