Romanzi familiari: storie di legami, segreti e generazioni a confronto

Perché ci piacciono così tanto le saghe e i romanzi familiari?

Probabilmente perché riusciamo a ritrovarci in alcune frasi, parole o in quel determinato stato d’animo del personaggio di cui stiamo leggendo. Ma forse, leggere questi libri, è anche come affacciarsi su di un abisso, incuriositi di scorgere i nostri stessi lineamenti.

I romanzi familiari, sia nella letteratura che nella psicoanalisi, sono come strumenti per esplorare e comprendere le complesse dinamiche familiari. Attraverso la narrazione, si possono elaborare conflitti, traumi e desideri, facilitando un processo di auto-riflessione e crescita personale.

Queste storie offrono uno spazio sicuro per confrontarsi con le proprie esperienze familiari, permettendo una rielaborazione simbolica delle stesse.

Storie di famiglia: da Lacan a Jung

Nel suo lavoro, Jacques Lacan sottolinea l’importanza delle figure genitoriali come rappresentanti della legge e del desiderio. La famiglia trasmette, dunque, non solo norme sociali, ma anche desideri e conflitti, che influenzano profondamente la formazione dell’identità.

Jung, invece, con il suo concetto di inconscio collettivo, ci dice che archetipi come il “padre”, la “madre”, il “figlio ribelle” sono simboli universali radicati nell’inconscio di tutti noi.

I romanzi familiari quindi attivano questi archetipi: quando leggiamo di una madre severa o di un figlio che si ribella, non stiamo solo leggendo una storia particolare, stiamo entrando in risonanza con modelli emotivi profondi e universali. Ecco perché ci coinvolgono tanto, anche se parlano di una famiglia completamente diversa dalla nostra.

Romanzi di storie familiari: i tesori della nostra collezione

Dalla nostra collezione di storie abbiamo selezionato i romanzi che in questi anni hanno più appassionato i nostri lettori. Partiamo subito!

Altri tempi di Edith Wharton

Mrs Lidcote ha lasciato New York da anni, rifugiandosi a Firenze per sfuggire allo scandalo che l’aveva travolta dopo il fallimento del suo matrimonio: l’alta società newyorkese, infatti, non aveva mai perdonato quella sua scelta “fuori dalle righe”. Un giorno, però, una lettera la scuote: sua figlia Leila ha divorziato. Senza pensarci due volte, Mrs Lidcote si imbarca sul primo transatlantico direzione Stati Uniti, decisa a starle accanto e a proteggerla dallo stesso giudizio spietato che lei aveva subito. Quello che Mrs Lidcote non sa è che, nel frattempo, la “vecchia” New York è cambiata. I tempi si sono evoluti, le convenzioni sociali si sono allentate, e il suo viaggio – carico di ansie e buone intenzioni – rischia di rivelarsi del tutto superfluo…

In poche, densissime pagine, Edith Wharton riesce a tratteggiare alla perfezione il delicato rapporto tra madre e figlia, condensando atmosfere, caratteri e intrecci che ritroviamo nei suoi grandi romanzi.

La nemica di Irène Némirovsky

Il romanzo di Némirovsky esplora il drammatico legame tra madre e figlia, in cui la famiglia si trasforma in un campo di battaglia, segnato da rancori e vendette. La madre, frivola e incapace di amare chiunque tranne sé stessa, vive in un continuo desiderio di piacere e di non invecchiare, ignorando i bisogni delle sue figlie. Siamo a Parigi, negli anni ’20, ed qui che Gabri si ribella alla madre ormai invecchiata, ma il suo cammino è costellato dalla consapevolezza che non si può sfuggire al cerchio di odio che unisce le due. Con forti richiami autobiografici, questo romanzo di Némirovsky si configura come un thriller psicologico in cui tutti sono insieme vittime e carnefici, e il tempo scorre lasciando dietro di sé il vuoto di un destino inevitabile.

Ebrei di campagna di Israel Joshua Singer

La famiglia Shapir, da generazioni proprietaria della tenuta di Krinivitz nella campagna polacca, vive nel cuore di un mondo che sta per cambiare irreparabilmente. La morte di Uri Levi Shapir, il patriarca della famiglia, segna l’inizio della sua disgregazione: uomo di grande dottrina e umanità, Uri non riesce a trasmettere al figlio Ozer la stessa capacità di rendere fruttuosa la terra arida che ha ereditato. Mentre la Prima Guerra Mondiale travolge interi popoli e nazioni, e l’antisemitismo si radica sempre più profondamente, la famiglia Shapir non riesce ad adattarsi alla nuova realtà, precipitando nella rovina.

In Ebrei di campagna, Israel Joshua Singer esplora la decadenza di una famiglia e il lento crollo di un mondo intero, tema ricorrente nella sua narrativa. Sebbene il racconto porti con sé una leggerezza e un’ironia che alleggeriscono la tristezza della vicenda, emerge chiaramente l’inquietante destino della comunità ebraica in Polonia, di fronte ai cambiamenti sociali e politici che segnano la fine di un’epoca. 

Il novecento di Fanny Kaufmann di Fania Cavaliere

Il Novecento di Fanny Kaufmann trascende il genere della semplice testimonianza storica, trasformandosi in un’epopea intima e avvincente. Scritto dalla nipote Fania Cavaliere, sulla base del diario e dei documenti di famiglia, il romanzo racconta le complesse vicissitudini della famiglia Kaufmann, una famiglia dell’alta borghesia ebraica che attraversa i principali eventi e orrori del Novecento. Da una Russia zarista segnata dai pogrom, alla rivoluzione d’ottobre, fino agli sconvolgimenti portati dai totalitarismi e dalla Seconda Guerra Mondiale, in un lungo percorso attraverso le capitali europee, da Mosca a Istanbul, da Parigi a Roma.

Le vicissitudini personali di Fanny si intrecciano con la grande storia, raccontando la difficile vita di una donna che, insieme alle sorelle, è testimone e vittima degli eventi storici. La fuga qui non è solo fisica, ma anche esistenziale: tutto è regolato dal continuo spostarsi da una città all’altra, alla ricerca di un luogo sicuro. 

Immagini e ombre di Iris Origo

Pubblicato per la prima volta in Inghilterra nel 1970, Immagini e ombre è molto più di una semplice autobiografia: è un racconto denso di emozioni che ci conduce nell’elegante salotto dei nonni americani, nella vecchia New York, e quello più austero dei nonni anglo-irlandesi nelle campagne di County Kilkenny. 

A questi scenari si aggiunge l’Italia, con una Firenze cosmopolita e intellettuale, dove Iris cresce accanto a personalità brillanti. Dopo il matrimonio, nel 1924, con il marchese Antonio Origo, Iris sceglie di stabilirsi nella tenuta agricola de La Foce, in Val d’Orcia, e con coraggio e impegno, cerca di trasformare quel lembo dimenticato in un modello di sviluppo agricolo e di riscatto sociale. Ma anche in un rifugio per i bambini sfollati, i partigiani e i prigionieri di guerra alleati durante la Seconda Guerra Mondiale. 

Una famiglia turca di Irfan Orga

Ci sono libri che ti rapiscono fin dalle prime pagine, e Una famiglia turca (Portrait of a Turkish Family, 1950) di Irfan Orga è uno di questi. Il racconto copre un arco temporale che va dal 1913 al 1940, attraverso il quale seguiamo le vicende di una famiglia dell’alta borghesia ottomana. Un tempo immersi nello sfarzo e nei privilegi, con la Grande Guerra e la caduta dell’Impero Ottomano si ritrovano precipitati nella più cruda povertà, affrontando una lenta e faticosa risalita verso una vita dignitosa. Ma questo non è solo il racconto di una caduta sociale: è un vero e proprio affresco di Istanbul, con i suoi notabili, i piccoli borghesi, i popolani; una città magica e contraddittoria, ponte eterno tra Oriente e Occidente.

La prima parte del libro, dedicata all’infanzia, è di una bellezza che lascia senza fiato. La descrizione della grande casa immersa nel verde, delle usanze quotidiane – la gita all’hamam della nonna altezzosa, i pomeriggi di tè e ricamo – è resa con uno sguardo puro, infantile, che racconta senza giudicare, offrendo un ritratto vivido e autentico della vita di una famiglia privilegiata. Al centro della narrazione emerge la figura della madre di Irfan, donna bellissima, timida e quasi eterea, che si ritrova improvvisamente a dover escogitare strategie di pura sopravvivenza per proteggere i suoi figli. È lei a incarnare la vera eroina del racconto: costretta a scelte dolorosissime, lotta per conservare dignità anche nella miseria più nera. E sarà proprio lei, in un atto di coraggio civile, a essere una delle prime donne a uscire di casa senza velo, sfidando ingiurie e persino le pietre dei passanti.

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