Arsène Lupin e l’anello di smeraldo
Maurice Leblanc
Le Occasioni
"Arsène Lupin e l’anello di smeraldo" raccoglie quattro racconti che non figurano né in "Arsène Lupin, gentleman cambrioleur" (1907), né in "Arsène Lupin contre Herlock Sholmès" (1908), né in "Les confidences d’Arsène Lupin" (1913), vale a dire i tre principali volumi che raccolgono l’intero ciclo dei racconti dedicati alle gesta del celebre ladro gentiluomo. A parte il primo, "L’uomo con la pelle di capra", sono racconti più “tardi”, appartengono già ai pieni anni Venti del secolo scorso, e in essi Lupin sembra mettere da parte la propria straordinaria carriera di ladro, pur gentiluomo, per dedicarsi interamente alla sua seconda passione: la ricerca investigativa. Ma c’è un altro aspetto che lega "L’uomo con la pelle di capra" agli altri tre racconti qui riuniti – "Il dente di Hercule Petitgris", "L’anello di smeraldo" e "Il ponte che crolla": il protagonista non si fregia mai del nome di Arsène Lupin, che viene solamente nominato o si manifesta, tutt’al più, con una lettera in cui illustra la soluzione del caso. È davvero lui o si tratta di qualche millantatore?
Maurice Leblanc (1864-1941) ha legato la sua grande fama di scrittore al personaggio di Arsène Lupin, che cominciò ad essere introdotto nelle sue novelle a partire dal 1905. Già prima di allora, tuttavia, la critica aveva mostrato di apprezzare i suoi romanzi e racconti, che ereditavano la grande lezione del naturalismo francese, e soprattutto di Flaubert e Maupassant. Con i nove racconti di "Arsène Lupin, ladro gentiluomo" (1907) gli arrivò poi il grande successo letterario; fecero seguito altre fortunate opere tutte incentrate su questo affascinante personaggio, che doveva nel tempo imporsi anche all’attenzione del cinema, con diverse trasposizioni fin dagli anni Trenta, e del mondo dei fumetti.