Fuochi di Lisbona
Paolo Ruffilli
Passigli Narrativa
Arrivato a Lisbona per partecipare a un convegno su Fernando Pessoa, il protagonista si trova a vivere, nell’affascinante città del grande scrittore portoghese, un’intensa passione per Vita, conosciuta al principio del suo soggiorno. L’amore travolge entrambi al di là di ogni considerazione razionale e lentamente va a intrecciarsi, nei ricordi che affiorano anche attraverso citazioni di versi e di scritti, con la relazione che Fernando Pessoa ebbe con la giovane Ophélia Soares Queiroz. Come dice Antonio Tabucchi in una nota di lettura che aveva stilato ancora sul dattiloscritto e che accompagna ora questa prima edizione, "Fuochi di Lisbona" «è un romanzo sull’amore e la passione, oltre che d’amore e di passione, come conoscenza viva delle cose negli universi opposti di un uomo e di una donna». Il libro è anche l’espressione dell’amore che Paolo Ruffilli nutre da sempre per uno degli scrittori più geniali ed enigmatici del Novecento, costantemente rincorso in queste pagine al punto da diventarne uno dei personaggi principali o addirittura il deus ex machina stesso dell’intera vicenda.
Paolo Ruffilli (1949) ha pubblicato i libri di poesia: "Piccola colazione" (Garzanti, 1987), "Diario di Normandia" (Amadeus, 1990), "Camera oscura" (Garzanti, 1992), "Nuvole" (con fotografie di Fulvio Roiter, Vianello Libri, 1995), "La gioia e il lutto" (Marsilio, 2001), "Le stanze del cielo" (Marsilio, 2008), "Affari di cuore" (Einaudi, 2011), "Natura morta" (Aragno, 2012), "Variazioni sul tema" (Aragno, 2014), "Le cose del mondo" (Mondadori, 2020). In ambito narrativo, ha pubblicato "Preparativi per la partenza" (Marsilio, 2003), "Un’altra vita" (Fazi, 2010), "L’isola e il sogno" (Fazi, 2011). Oltre alle traduzioni e alle curatele di classici italiani e stranieri, è autore delle biografie di Ippolito Nievo e di Carlo Goldoni (Camunia, 1991 e 1993), dei testi teatrali "La morte giovane" e "La vita che verrà", e del saggio "Maschere e figure - Repertorio dei tipi letterari" (Il ramo e la foglia, 2023).
«… Dalla finestra, il Tago era un magma incandescente e a ondate si espandeva nella stanza. Batteva il suo duro suono dentro la fusione del metallo. Pulsava e ribolliva nel tramonto. I fuochi di Lisbona. Le tende, le pareti, i cuscini, le lenzuola, i corpi di noi due amanti… Carminio, scarlatto, vermiglio, porpora, amaranto. Non era il rosso la tinta dell’amore? E lei stava chinata nel solco che la lama di striscio mi aveva lì lasciato sopra il fianco. Succhiava la ferita. E, succhiando il sangue, mi diceva che era la sua vita. E, per tirarmi a sé, mi respingeva. E, nella spinta del cacciare, mi teneva a sé anche più stretto. Legato, avvinto, incatenato. Per quanto ci sentissimo beati, tanto più ci trovavamo coscienti e disperati»…