Il campo abbandonato

John Montague

Passigli Poesia

A cura di Alessandro Gentili

Anno :1998

Pagine :192

Prezzo :22,00€

ISBN :978-88-368-0524-2



Il libro:
The Rough Field è con ogni probabilità la raccolta centrale nella produzione poetica di John Montague, e cioè di una delle voci più autorevoli, insieme a Thomas Kinsella e a Seamus Heaney, della poesia irlandese contemporanea. Poema dell’Irlanda, e, forse ancor più, poema dell’Ulster – la disgraziata regione del Nord da cui provenivano gli stessi genitori di Montague - il racconto si svolge attraverso due piani che puntualmente si intersecano, quello personale, intimo e quello collettivo, storico, rimescolati nella memoria del poeta che filtra il dramma del proprio paese attraverso la rivisitazione delle proprie origini e, insieme, delle scaturigini di una sconfitta storica, che riguarda tutti gli Irlandesi, protestanti o cattolici.
Montague costruisce la sua ‘ricapitolazione’ impiegando tutti i mezzi che gli permettono di centrare e di testimoniare poeticamente il vulnus aperto e mai rimarginato della propria storia: dalle illustrazione che troviamo riprodotte nel testo, alle dichiarazioni degli esponenti politici (a cominciare dai versi citati qui in copertina, che altro non sono che parole pronunciate da Jack Lynch, primo ministro della Repubblica d’Irlanda allo scoppio dei cosiddetti troubles alla fine degli anni ’60), agli estratti di giornali, persino a frasi di lettere minatorie da lui stesso ricevute, una sorta di romanzo polifonico che si svolte accanto – ma insieme, non separatamente – alla ‘narrazione’ principale, le alte pagine di poesia scandite attraverso gli undici capitoli di questo intensissimo viaggio à rebours, alle radici di se stesso e del proprio tempo.

L'autore:
John Montague nasce a New York nel 1929, ma già a quattro anni torna in Irlanda, nell’Ulster, patria del padre, a vivere con due zie paterne. Dopo la laurea all’University College di Dublino, parte per gli Stati Uniti. A Yale frequenta poeti quali Robert Penn Warren, W. H. Auden e Robert Lowell; alla Iowa University William Carlos Williams; a Berkeley Allen Ginsberg e Gary Snyder. Dopo il ritorno in Irlanda, nel 1961 si trasferisce a Parigi, dove incontra Samuel Beckett, Jean-Paul Sartre, Eugène Ionesco e Alberto Giacometti. Nel 1972 rientra in Irlanda e accetta l’incarico di docente di letteratura inglese all’università di Cork e dal 1989 è ‘Distinguished Professor’ presso il New York State Writers Institute dell’università di Albany, e divide il suo tempo fra Stati Uniti e Irlanda.

Alessandro Gentili, già curatore e traduttore per la Passigli Editori della fortunata antologia di poesia irlandese Rosa di macchia, amico personale di Montague e da anni votato allo studio della sua opera, ci offre una traduzione ed uno studio esemplari, con il corredo di un apparato di note per poter seguire le innumerevoli allusioni storiche e le enigmatiche sottigliezze del testo poetico.

Il brano:

«Mio zio suonava il fiddle – il violino, a voler essere fini –
Un beniamino a balli sui crocicchi e nei fienili,
Sapeva La stella del mattino e Il lamento di O’Neill.

Capofamiglia scapolo d’una casata di sorella,
In pista con una scuderia di brenne, spendaccione,
Per il nuovo mondo prese il largo con un vecchio disonore.

Il fidale l’aveva riposto fra i travetti,
Così da non tornare più a suonare,
Arte rurale ammutolita nel frastuono di Brooklyn.»