Il paradiso all’ombra delle spade
Andrea Margiotta
Passigli Poesia
"Il paradiso all’ombra delle spade" è un libro «dai colori autunnali: un libro purgatoriale», secondo la definizione che ne dà l’autore stesso nella sua nota finale. Il colore dominante parrebbe essere quello della madreperla o del pavone, e tuttavia prende avvio con una sezione, "Regina della notte", che se subito fa pensare a Mozart e al "Flauto magico", ha forse il suo più proprio riferimento nel surrealismo erotico del regista polacco Walerian Borowczyk e nel suo ultimo film, omonimo nella versione italiana; ma con una differenza importante, perché nel regista polacco non si avverte la tensione cristiana del flâneur – o «botanico del marciapiede» (Walter Benjamin) – che guarda il mondo con gli occhi di un lettore, profondo quanto disincantato, di Baudelaire.
Il titolo del libro viene invece da un primo progetto originale di un altro grande regista, Valerio Zurlini, nonché da uno dei suoi film più ammirati, "La prima notte di quiete" (1972); mentre, sul piano strutturale, la raccolta riprende l’idea del Pasolini di "Poesia in forma di rosa" (1964), non solo per un certo vitalismo di fondo, ma anche nell’accostamento di materiali eterogenei per stile, registro ecc.
Gli accostamenti, i riferimenti agli autori amati, potrebbero essere tantissimi: "Il paradiso all’ombra delle spade" è un libro di poesia colto e appassionato, che riesce a unire lirica ed epica, e che, nelle sue epifanie e sparizioni di figure femminili, sa proporsi anche come un percorso d’amore, all’interno di una continua interrogazione sulla bellezza: non quella patinata, fredda e fine a se stessa della civiltà dell’immagine, ma la bellezza che, secondo Platone, è splendore del vero, e che, osserva ancora Margiotta nella sua nota, «è tale solo quando sia anche comunicazione di senso, per la persona, per noi…».
Andrea Margiotta è nato a Lecce nel 1968 e vive a Roma. Ha pubblicato "Diario tra due estati" (con un’incisione di Giovanni Frangi e una nota critica di Fernando Bandini, Brescia, L’Obliquo, 2000 – Premio Marazza e segnalato al Premio Montale).
Suoi testi sono presenti in un paio di numeri della rivista letteraria «clanDestino», diretta da Davide Rondoni, su «Poesia» di Nicola Crocetti (con una recensione di Roberto Carifi), su «L’Ombra delle Parole» di Giorgio Linguaglossa, su «La Stampa» web nella rubrica "Notiziario" di Maurizio Cucchi, nonché nell’antologia "Riccione Parco Poesia 2004", curata da Isabella Leardini.
Ha lavorato come sceneggiatore per la Filmauro di Aurelio De Laurentiis, e come lettore di script cinematografici per la Fandango di Domenico Procacci. Per la Rai TV, ha ideato, scritto e condotto "Voci nella notte" (un programma di letture e incontri con i poeti) nel 2004 e "Il mistero di Dante e Beatrice", andato in onda su Rai Uno nel 2010, e replicato su Rai Scuola nel 2011.
Negli ultimi anni, ha collaborato come assistente regista di Ruggero Cappuccio al Teatro dell’Opera di Roma.