Il testamento

Rainer Maria Rilke

Le Occasioni

Prefazione e note di Elisabetta Potthoff, traduzione di Claudio Groff

Anno :2024

Pagine :112

Prezzo :12,00€

ISBN :9788836820641

Lunga lettera a Baladine Klossowska, madre del grande pittore Balthus e ultima delle amanti di Rilke (da lui affettuosamente nominata Merline), “Il testamento” (1921) è soprattutto la testimonianza sofferta del superamento di una lunga crisi personale e creativa che aveva portato Rilke a interrompere la stesura delle “Elegie duinesi”. Lo scrittore sentiva che, per superare quel lungo silenzio e conquistare, secondo una definizione dello stesso Rilke, «l’ultimo territorio della parola», era per lui necessario – come scrive Elisabetta Potthoff nella prefazione – «redigere un testamento, stabilire la propria volontà ultimativa e insieme prendere congedo». Congedo da cosa? Da se stesso per andare oltre, per superarsi, perché «in nessun luogo vi è sosta» (Prima elegia) e perché «viviamo sempre congedandoci» (Ottava elegia). Il testo si divide in due parti: la prima a mo’ di prologo e redatta in terza persona; la seconda con le “annotazioni testamentarie”: tra ricordi, riflessioni, immagini, in uno stile quasi aforistico, Rilke suggella, scrive ancora Elisabetta Potthoff, il suo «estremo sforzo di riguadagnare, passando al vaglio esperienze passate e presenti, quelle certezze che conferiscono nuovo spessore alla sua identità e gli consentono di riconquistare la propria poesia». Così si prepara la grande stagione delle nuove “Elegie duinesi” e dei “Sonetti a Orfeo”. Meditazione sulla morte e sulla vita, e sulla complessa relazione tra uomo e donna, per un poeta che ha sempre cercato il silenzio e la libertà, queste pagine ci offrono forse il più intenso manifesto poetico ed esistenziale del grande scrittore.