Le vite di Gustav
Giovanni Verusio
Passigli Narrativa
Hermine, una povera ragazza austriaca al servizio di un pastore Pentecostale, giunge a Firenze nel 1933 per lavorare come Schwester, le bambinaie tedesche allora di moda, e prendersi cura di un bambino della buona borghesia fiorentina rimasto orfano di madre, Gustav. Dopo aver stretto con il bambino un rapporto particolare di amore e protezione, vi rimarrà fino al 1944, undici anni, un periodo relativamente breve in tempi normali: ma quegli undici anni segnano nella storia del Novecento una tempesta che va dall’ascesa al potere di Hitler agli ultimi drammatici atti della Seconda Guerra Mondiale, dall’approvazione delle leggi razziali in Italia alla deportazione di massa degli ebrei e alla Shoah.
La chiave di questo libro appassionante e delicato sta soprattutto nell’idea di far filtrare questi avvenimenti dagli occhi di due testimoni molto particolari: Hermine e Gustav, due ‘innocenti’, due ‘giusti’, l’una a causa della sua origine di povertà e della sua ‘ignoranza’, l’altro a causa della sua fanciullezza. Così, attraverso questi quattro occhi particolari si snodano avvenimenti e tragedie incomprensibili per tutti, ma particolarmente per gli occhi dei semplici: dalla scomparsa improvvisa da scuola di un caro compagno dopo l’entrata in vigore delle leggi razziali nel caso di Gustav, alla rappresentazione sorprendente per Hermine della vita e degli usi dell’alta borghesia italiana.
E’ così che il romanzo si snoda felicemente attraverso avvenimenti drammatici e apparentemente incomprensibili, ricostruendo un pathos che ricorda un altro grande romanzo che ha saputo rappresentare il mondo di ieri attraverso lo sguardo degli umili e al quale Le vite di Gustav può essere avvicinato: La storia di Elsa Morante.
Giovanni Verusio, nato a Firenze, dopo essersi laureato in legge in Italia e successivamente presso la Harvard Law School, ha lavorato a New York presso il Segretariato dell’O.N.U. e in numerosi studi professionali.
A fianco della professione di avvocato nei rami commerciale e internazionale, che esercita a Roma ove oggi vive, ha sempre coltivato un profondo interesse per popoli e paesi scarsamente conosciuti. A partire dal 1960 – quando partecipò giovanissimo alla spedizione ‘Karakorum 60’, organizzata e guidata dal grande etnologo Paolo Graziosi per studiare i Kafiri, popolo allora pressoché sconosciuto che abitava le valli del Chitral, al confine pakistano-afgano – ha intrapreso più di trenta spedizioni e viaggi di profilo soprattutto etnografico.
Ha pubblicato con la Passigli Editori il libro di viaggio Il condor di rame. Le vite di Gustav è il suo primo romanzo.