Sinossi
Il libro:
Animale di fondo (1949) rappresenta il punto estremo dell’ispirazione lirica del grande poeta spagnolo Juan Ramón Jiménez e, nell’insieme delle sue ventinove liriche, così legate le une alle altre tanto da dare l’impressione di uno svolgimento quasi po’ematico, costituisce – come scrive Rinaldo Froldi, autore della prima versione italiana ed ora curatore di questa nuova edizione, che propone per la prima volta al lettore italiano la raccolta nella sua totalità – «uno straordinario tentativo di esprimere intense esperienze metafisiche in forme profondamente liriche». Perché, per Juan Ramón, nulla si dà di esterno alla poesia, ed anzi è dall’interno di essa che va ricercata e perseguita la rivelazione mistica del «dios destante y deseado», il dio immanente che è, scrive il poeta, «coscienza unica, giusta, universale della bellezza che sta dentro di noi e anche fuori e allo stesso tempo».
In una potente rarefazione del linguaggio poetico, in una interiorizzazione estrema delle immagini, degli spunti oggettivi e persino dei suoni – miracoloso punto di equilibrio di una poesia che vuole ormai liberarsi dai ceppi del verso e che sa invece costruire la perfezione dei propri versi – Animale di fondo esprime dunque il coerente compimento della parabola esistenziale e poetica del suo autore, la raggiunta coscienza del proprio senso e del proprio compito, che gli permise di scrivere, come si legge nella sua Nota a conclusione della raccolta: «Oggi io penso che non ho lavorato invano in dio, che ho lavorato in dio tanto quanto ho lavorato nella poesia».
L’autore:
Di Juan Ramón Jiménez (1881-1958, premio Nobel per la letteratura nel 1956), la Passigli Editori ha pubblicato anche Eternità, Pietra e cielo, Diario di poeta e mare e La stagione totale nella collana di Poesia, e Platero e io ne Le Occasioni.
Il brano:
«Il dio che è sempre al termine,
il dio creato, e ricreato e ricreato
con grazie e senza sforzo. Il Dio.
Il nome conseguito dei nomi.»
da Il nome conseguito dei nomi