Sinossi
Nel 1936, a soli due anni di distanza dal libro d’esordio, “18 Poesie”, Dylan Thomas pubblica la sua seconda raccolta, “Venticinque Poesie”: ancora un titolo estremamente sobrio – col numero dei componimenti ora svolto in lettere anziché in cifre – quasi a rivendicare un’autonomia di ispirazione tutta interna alle poesie stesse e al loro musicalissimo linguaggio. Le due raccolte sono figlie di uno stesso arco di tempo; in molti casi, i testi che le compongono sono attinti dai quaderni che il poeta andava compilando sin dalla gioventù: quattro dall’aprile del 1930 all’aprile del 1934, più un quinto, da poco ritrovato, che arriva fino all’agosto del 1935. Basti pensare che, delle venticinque poesie di questa seconda raccolta, ben diciannove sono coeve o antecedenti all’opera d’esordio. Tra tutte, spicca però una delle più recenti, la conclusiva “Verso l’altare, sotto la luce del gufo”, autentica impresa letteraria che testimonia l’ardire dell’immaginazione poetica di Thomas in questi anni. Si tratta di una sequenza di dieci sonetti, legati tra loro da un’unica narrazione, ma dotati di piena autonomia; non a caso il poeta chiese all’editore di impaginarli separatamente, volontà che non fu accolta e che viene qui ripristinata. Al di là di tali aspetti, le “Venticinque Poesie” rappresentano un tassello fondamentale per accedere, nella sua organica interezza, al mondo poetico di Dylan Thomas: uno dei più complessi dell’intero Novecento, ma la cui oscurità non vuole mai essere programmatica. Come scrive Federico Mazzocchi nella sua prefazione, infatti, per comprendere e amare nel modo più giusto le poesie di questo grande poeta bisogna partire proprio dalla loro «forte coesione interna, dalla coincidenza assoluta tra ragioni formali e di poetica; bisogna lasciarsi alle spalle le categorie di semplicità e oscurità intese come effetti ricercati, e accettare di leggere i componimenti secondo i loro stessi principi».
L’autore
Nato a Swansea, nel Galles, il 27 ottobre 1914, Dylan Thomas compì i suoi primi studi alla Grammar School locale, dove il padre insegnava. Il suo talento per la poesia si sviluppò precocissimo: a soli vent’anni pubblicò il suo primo libro di versi, 18 Poems, che rivelò immediatamente una voce nuova e potente, cui fece seguito Twenty-Five Poems nel 1936. L’anno successivo Thomas sposò la ballerina Caitlin Macnamara, stabilendosi poi a Laugharne, in una casa sul mare a ovest di Swansea. Nel 1939 pubblicò The Map of Love, la sua terza raccolta poetica, che comprende anche una serie di racconti che inaugurano la sua produzione in prosa. Solo un anno dopo, infatti, uscirono le storie, di forte impronta autobiografica, comprese in Portrait of the Artist as a Young Dog. Allo scoppio della guerra mondiale venne riformato e iniziò a collaborare con l’emittente radiofonica della BBC; quest’esperienza sarà poi alla base del suo ultimo capolavoro, il “dramma per voci” Under Milk Wood. Dal 1942 aveva inoltre cominciato a lavorare per il cinema, sceneggiando numerosi documentari di guerra e di propaganda su commissione del Ministry of Information britannico. Al 1946 risalgono le poesie di Deaths and Entrances, che riscossero un notevole successo anche negli Stati Uniti. Sempre assillato dalla povertà, aggravata dai continui sperperi, la sua vita sregolata e la crescente dipendenza dall’alcool minarono irrimediabilmente la sua salute. Soffriva fin da ragazzo di problemi respiratori, e nel corso del suo quarto viaggio negli Stati Uniti, dove doveva tenere una serie di conferenze sulla poesia (e dove riuscì a leggere per la prima volta in pubblico Under Milk Wood), ebbe un crollo che lo portò alla morte, il 9 novembre 1953, forse anche a causa di un grave errore diagnostico da parte del medico che lo ebbe in cura.





