Miniature
Alexandr Solzenicyn
Le Occasioni
Il libro:
Questa raccolta di brevi poesie del grande narratore russo Aleksandr Solzenicyn si compone di due periodi molto distanti fra loro, gli anni 1958-60 - quando parecchie di esse furono scritte durante un giro di bicicletta dello scrittore attraverso la Russia centrale - e gli anni 1996-99, quando Solzenicyn, appena tornato in patria, si sente pronto per riprendere a scrivere. E il fascino di queste riflessioni lirico-filosofiche sta proprio nella loro immediatezza, nel tocco leggero della scrittura di Solzenicyn, che inquadra e ritrae luoghi, cose, persone del suo tanto amato paese.
L'autore:
Nato l’11 dicembre 1918 a Kislovodsk, nel Caucaso, Aleksandr Solzenicyn è figlio di uno studente in lettere, morto pochi mesi prima della sua nascita, e di una giovane donna appartenente alla piccola nobiltà.
Nel 1941 si laurea in matematica e fisica all’università di Rostov, e contemporaneamente, dal 1939, segue per corrispondenza i corsi di filosofia, storia e letteratura dell’università di Mosca. Dal 1953 Solzenicyn insegna matematica e fisica e comincia sistematicamente a scrivere.
Col 1956 inizia in URSS la destalinizzazione e dopo il XXII Congresso del PCUS (1961) Kruscev dà parere favorevole alla pubblicazione sulla rivista “Novyj mir” (mondo nuovo) del racconto Una giornata di Ivan Denisovic, che diventerà una sorta di manifesto letterario del nuovo corso krusceviano. Il breve racconto illustra, per la prima volta, la vita di un uomo qualunque all’interno di un lager: una denuncia che porterà Solzenicyn alla fama mondiale.
La caduta di Kruscev nel 1964 porta a Solzenicyn persecuzione e ostracismo: la polizia segreta gli requisisce parte del suo archivio e nel 1969 viene espulso dall’Unione degli scrittori sovietici.
Nel 1970 l’Accademia svedese delle scienze conferisce a Solzenicyn il premio Nobel per la letteratura per i romanzi Il primo cerchio e Divisione cancro. Timoroso di non poter rientrare in patria, Solzenicyn non si reca a Stoccolma. Ritirerà il premio nel 1975, un anno dopo essere stato arrestato e condannato all’esilio. Ha vissuto prima a Zurigo, in Svizzera, poi nel Vermont, negli USA. E' morto a Mosca nel 2008.
Il capolavoro di Solzenicyn è Arcipelago Gulag, un saggio d’inchiesta narrativa che è una particolareggiata e spietata denuncia delle repressioni di massa e dell’universo concentrazionario staliniano. La produzione letteraria di Solzenicyn è vastissima. Attraverso di essa egli si assegna la funzione di coscienza morale del popolo russo. La sua missione è consistita nel tentativo di chiarire come sia stata possibile, all’interno della storia russa, la frattura che si è creata nel 1917, con la presa di potere bolscevica, che ha lacerato tutta la precedente tradizione culturale, sociale e religiosa russa.
Il brano:
RESPIRO «Stanotte ha piovuto e il cielo ora è striato di nubi e a tratti cade un piovischio leggero. Io me ne sto sotto un melo fiorito e respiro. Non solo la pianta, d'intorno anche l'erba è umida di pioggia: il profumo dolciastro dell'aria non c'è nome che lo descriva. Lo aspiro a pieni polmoni, m'impregno del suo aroma, respiro, respiro, a occhi aperti talvolta, talaltra chiusi: cosa sia meglio non so.[…]»