Nella notte impenetrabile
Renato Minore
Passigli Poesia
Il libro:
«Provate a capirci qualcosa», diceva Vladimir Majakovskij a proposito della poesia. Capire non è il compito di chi legge versi, e ben lo sa Renato Minore che usa la parola come strumento di comunicazione sensoriale per accogliere gli inaspettati, luminosissimi doni di un misterioso vento notturno, di un ammaliamento che ravviva lo sguardo più di ogni struggente e sofferta interpretazione. Nella notte che scivola sui tetti, ecco il ricordo di un sogno, il sogno di un ricordo, un lampeggiamento psichico, l’aura evanescente e pulviscolare di un ancora fitto sistema di segni, premonizioni, interdipendenze. Tutto restituisce forma all’indeterminatezza disegnando un reticolato visionario, di quel realismo della visione che acquista consistenza in versi brevi, ellittici, frammentari, dove si susseguono paesaggi veloci, mutamenti atmosferici o mentali, percezioni fuggevoli al limite dell’inesprimibile.
La notte non è quella carica di ebbrezza sepolcrale di Young o di Parnell, né quella spossessante di Juan de La Cruz. È quella notte laica, perché lo stupore, la sorpresa, la liberazione che vi si irradiano sono anche di vita e chiedono altra vita. Nel suo silenzio, il poeta sente quanto mai vere le proprie interrogazioni. Nel buio ‘impenetrabile’ trova «il calore, la forza di esistere». Forse ha visto che il buio nasconde i segreti di una sterminata natura o di una musica inaudita, anche perché pare di vedere solo il movimento delle labbra. Minore ha reso quella musica sempre più udibile e il canto lirico sempre più dispiegato.
L'autore:
Renato Minore ha pubblicato come poeta I nuovi giorni (1965), La piuma e la biglia (1989), Non ne so più di prima (1984), Le bugie dei poeti (1993). Come narratore Leopardi l’infanzia le città gli amori (1987),Rimbaud (1991), I ritorni (1992), Lo specchio degli inganni (1993), Il dominio del cuore (1996). I suoi saggi sono racolti in Giovanni Boine (1975), Intellettuali mass-media società (1976), Il gioco delle ombre (1984), Dopo Montale (1993), I moralisti del Novecento (1998).
Il brano:
«Nella notte impenetrabile, i sogni si burlano
dei nostri occhi irrequieti. La terra violata
riporta l’oro alla luce, la mano rapace
assapora la preda, strappa il tesoro, scivola
il sudore sulla fonte, nel dolore la mente
trascolora.»
da Petronio