Oscar Wilde
André Gide
Le Occasioni
Il libro:
L’incontro fra Oscar Wilde e André Gide è molto più del puro e semplice incontro letterario tra due scrittori, molto diversi tra loro per ispirazione, età, fama. A Gide, del resto, non interessa tanto il Wilde scrittore; è l’uomo per lui a grandeggiare, l’inimitabile conversatore, ultimo dandy ma anche ultimo dei saggi, che «simile ai filosofi greci, vive la sua saggezza affidandola imprudentemente alla fluida memoria degli uomini».
Non sorprenderà dunque che, nello scrivere di Wilde, il giovane Gide si volga in particolare alla sua vita, e che ai ricordi personali di In Memoriam Profundis, che per Gide non è un libro, ma piuttosto «il singulto di un ferito che si dibatte».
È questo Wilde autore di se stesso, moralista scandaloso e irriverente, a incarnare agli occhi del giovane Gide un irripetibile modello, e a suscitare quelle che è forse la sua prima, ancora necessariamente mascherata, difesa di un’inquietante personalità e di una difficile sensualità votata allo scandalo.
Il brano:
«Di fronte agli altri, Wilde ostentava una mascherata da esibizionista fatta per stupire, per divertire o, a volte, per esasperare. Non ascoltava mai e si preoccupava poco del pensieri degli altri quando questo non coincideva più col suo. Quando non brillava più da solo, si isolava. Non lo si ritrovava, allora, altro che rimanendo soli con lui. Non appena soli, lui cominciava: ‘Cosa avete fatto ieri sera?’. E poiché allora la mia vita scorreva normalmente, il racconto che ne potevo fare non presentava alcun interesse. Riferivo docilmente di fatti insignificanti mentre, via via che parlavo, vedevo oscurarsi la fronte di Wilde. ‘È proprio questo ciò che avete fatto?’.
‘Sì’ rispondevo io.
‘E quello che avete detto è vero?’.
‘Ma certo, vero!’.
‘Ma allora perché riferirne? Vi rendete conto che non è affatto interessante? Dovete capire che ci sono due mondi: quello che esiste senza che se ne parli e che si chiama il mondo reale perché non c’è nessun bisogno di parlarne per vederlo; e l’altro, che è il mondo dell’arte ed è proprio di questo che occorre parlare perché altrimenti non esisterebbe…»