Strano Viaggio

Pierre Drieu La Rochelle

La Grande Biblioteca

A cura di Alfredo Cattabiani

Anno :1996

Pagine :225

Prezzo :9,90€

ISBN :978-88-368-0698-0



Il libro:
Di questo romanzo, apparso per la prima volta nel 1933, è stato scritto che si tratta forse dell'opera più compiuta di Pierre Drieu La Rochelle (1893-1945), lo scrittore francese autore di Fuoco fatuo, Gilles, Diario di un uomo tradito, L'uomo pieno di donne (quest'ultimo pubblicato in questa stessa collana), morto suicida alla fine della guerra e divenuto uno dei casi più controversi della letteratura del Novecento. Troviamo, anche qui, il personaggio di Gille, nei panni di un giovane diplomatico tutto preso dai suoi amori cupi e torbidi, incapace di dare una svolta netta alla sua vita sentimentale, che sembra essere l'unica vita per lui possibile. Lo 'strano viaggio' di Gille è quello che lo vede all'incessante ricerca della donna perfetta; lavora come un artista alla sua opera, estraendo da ciascuna le qualità che gli servono, con l'idea di ricomporle nel suo sogno irrealizzabile. Una ricerca infantile e febbrile insieme, totalizzante, che lo porta a continue decisioni e ripensamenti, incalzato dal demone del fallimento esistenziale, perché "l'amore è una partita che si perde o si vince per una parola, per un gesto".

Il brano:

«Verso le cinque prendevamo il tè sul prato dinanzi alla porta del salone. Il Medioevo aveva costruito la Bèraude come una fortezza chiusa fra quattro torri, ma la vita borghese vi si era insinuata di secolo in secolo con le sue comodità: il diciassettesimo aveva sradicato le quattro torri e tagliato alte e ampie finestre nei muri; il diciottesimo aveva attaccato le grandi persiane alle finestre e coperto le pareti con dipinti e rivestimenti di legno; il diciannovesimo aveva soltanto sciupato i mobili; il ventesimo aveva fatto serpeggiare dappertutto i suoi tubi e i fili. Era stata rispettata soltanto la struttura del tetto che dal 1626 continuava a lanciare verso ogni parte del cielo i suoi erti spioventi; ma qua e là, delicatamente, era stata sostituita qualche tegola.[…]»