Autunno del Minotauro

Paolo Manetti

Passigli Poesia

prefazione di Giancarlo Quiriconi

Anno :2003

Pagine :96

Prezzo :11,50€

ISBN :88-368-0748-8



Il libro:
«La parola di Manetti si è venuta ritagliando, nei decenni, una couche decisamente appartata all’interno del molteplice fluire della lingua poetica novecentesca; del quale essa costituisce tuttavia una sorta di non esibito controcanto. Proprio questa qualità di contrappunto, mentre in qualche misura la preserva dal confondersi nella koiné linguistica e immaginativa del nostro tempo, ne fa al tempo stesso il sismografo acutissimo di quella sorta di tragico interdetto su cui si è fondata la sensibilità – e, direi, la marca distintiva – del moderno e che la contemporaneità ha vanamente e in tutti i modi cercato di annullare o superare…
Un canto unico e infinitamente variato accompagna, da Lettera efesia a questo Autunno del Minotauro, la ricognizione dell’io sul discrimine scivoloso tra essere e non essere, tra vita e morte, tra sogno della felicità impossibile e concretezza del dolore creaturale. Un canto cioè che ha la forza di reggersi intatto nelle macerie di cui si nutre e di conferire dolcezza all’opera brutale della casualità straripante. E proprio perché tutto è destinato ad essere vanificato, niente viene lasciato fuori dalla parola poetica: favole e leggende, le immagini del mito sono parte integrante di quel grande abbaglio cui alla fine si riduce l’esistere.»
dalla prefazione di Giancarlo Quiriconi

L'autore:
Paolo Manetti è nato e vive a Firenze. Ha pubblicato: La spola umana, Vitam Impendere Amori di G. Apollinaire, Sul metodo della metamorfosi, Il pomeriggio d’un fauno di S. Mallarmé, Storia di Oleron, Il Matrimonio del Cielo e dell’Inferno di W. Blake, Disegni o della ragione minima, Mallarmé in Italia e altri scritti, Teoria della materia, I luoghi delle parole. Scritti sulla ragione poetica. Con la Passigli Editori ha pubblicato anche Lettera efesia.

Il brano:

«Dolce corpo
Cara dimora dell’amore,
che delle infinite la presente
voce solo rammenti,
vorrei non ascoltare nemmeno
la rischiosa
eco del tuo richiamo,
perché è insolente tutto
che altamente è sovrano;
ma come un sasso
emergo appena dalle movenze
della tua marea;
un momento baleni, poi lo sguardo ti perde
ma di nuovo ti appressi
rovesciando il dolore e la sentenza.»
da Dove si dice di Luisella e del favore dei dadi