Male e modernità
Jorge Semprún
Le Occasioni
Il libro:
Che la spinta degli uomini verso il male possa essere strettamente collegata con la loro difficile libertà e che non sia dunque il prodotto passeggero di circostanze storiche pur tragiche ma modificabili, , questo è il coraggioso, quasi intollerabile assunto delle due straordinarie conferenze di Jorge Semprún qui riunite; e intollerabile non solo nei confronti di una modernità che si vorrebbe rischiarata dai soli lumi della Ragione, ma anche, e soprattutto, nei confronti della ‘fisicità’ stessa del male, perché qui la riflessione di Semprún si lega strettamente alla tragica esperienza del campo di concentramento, ai discorsi fatti con i compagni di quei giorni: «In quell’autunno del 1944, vedevo Halbwachs ogni domenica. Scendevo nel Piccolo Campo di Buchenwald, ai piedi della collina dove un tempo avevano passeggiato Goethe ed Eckermann, andavo fino al block 56, la baracca degli invalidi, dei deportati inabili al lavoro. Maurice Halbwachs vi marciva in una cuccetta, accanto a Henri Maspero…».
Ed è proprio questo continuo intrecciarsi della riflessione filosofica con la brutale esperienza del ‘male radicale’, un intrecciarsi che non limita affatto la lucidità del discorso ma anzi ne esalta la verità e la realtà – la filosofia ricondotta a se stessa, coem è stato detto – che rende la lettura di questo piccolo libro davvero memorabile.