“I segreti della principes-sa di Cadignan” è una delle rare opere di Balzac che ha un epilogo felice. La trama, densa di ambiguità, colpì Marcel Proust, che nella sua “Recherche”, per bocca del barone di Charlus, definisce l’opera «un capolavoro».
Un altro splendido racconto in cui Singer dà prova di grande maestria, mescolando elementi e personaggi diversi tra loro che pone sotto la lente dell’inarrivabile humour ebraico.
Piccolo gioiello narrativo, con “Diario di un uomo superfluo” Turgenev ci offre un’originale varia-zione su un tipo di perso-naggio che tanta fortuna avrà nella letteratura russa dell’Ottocento e che diventerà uno dei tipi più esemplari della letteratura novecentesca.
Il testo – opportunamente integrato in vita della pubblicazione (1936) – della conferenza che Hermann Broch dedicò a James Joyce e al suo “Ulisse” in occasione del cinquantesimo compleanno del grande scrittore irlandese.
“Vivo sul vivo” è una narrazione incantevole: è l’incontro tra due grandi poeti (Marina Cvetaeva e Maksimilian Vološin), il passaggio di testimone da una generazione all’altra, sullo sfondo di una Russia che si avvia verso gli anni della rivoluzione.
Nel breve spazio di un racconto, Edith Wharton delinea in maniera per-fetta il complesso rap-porto tra madre e figlia, riassumendo mirabil-mente tutta l’atmosfera, i personaggi e le trame dei suoi grandi romanzi.
Con “L’assassinio di via Belpoggio” (1890), che precede di due anni il primo dei suoi grandi romanzi, “Una vita”, Svevo ci offre una narrazione intensa e serrata che rappresenta uno dei primi esempi di “noir” psicologico della letteratura italiana.
Un racconto apertamente autobiografico, ma in cui si avverte appieno lo Svevo della maturità, e si respira una disincantata e pur dolente partecipazione che fa pensare alla poetica di Saba.
Alejandro Subass, il protagonista, cerca di riannodare i fili di una trama famigliare di comunità ebraiche can-cellate dalla furia nazista e disperse tra Europa e Argentina. “Decir Berlín, decir Buenos Aires” è il primo romanzo di Saúl Sosnowski.