«Quando si dimentica il colore e la consistenza della luce, quando la luna si trasforma in sole, e il sole in ricordo, gli occhi obbediscono al vento prima ancora che a se stessi.» Julio Llamazares. Luna da lupi.
Nel breve spazio di un racconto, Edith Wharton delinea in maniera per-fetta il complesso rap-porto tra madre e figlia, riassumendo mirabil-mente tutta l’atmosfera, i personaggi e le trame dei suoi grandi romanzi.
Con “L’assassinio di via Belpoggio” (1890), che precede di due anni il primo dei suoi grandi romanzi, “Una vita”, Svevo ci offre una narrazione intensa e serrata che rappresenta uno dei primi esempi di “noir” psicologico della letteratura italiana.
Un racconto apertamente autobiografico, ma in cui si avverte appieno lo Svevo della maturità, e si respira una disincantata e pur dolente partecipazione che fa pensare alla poetica di Saba.
Alejandro Subass, il protagonista, cerca di riannodare i fili di una trama famigliare di comunità ebraiche can-cellate dalla furia nazista e disperse tra Europa e Argentina. “Decir Berlín, decir Buenos Aires” è il primo romanzo di Saúl Sosnowski.
Il celebre detective Sherlock Holmes si trova qui alle prese con tre delle sue più famose indagini: “L’avventura del diadema di diamanti”, “I cinque semi d’arancio” e “L’avventura del carbonchio azzurro”.
Le colorite descrizioni di quel mondo affascinante e impenetrabile che furono i salotti letterari di Parigi, di cui Marcel Proust – cronista mondano per «Le Figaro» – è stato uno dei protagonisti.
Assieme a quelli sulle vite di Mozart e Haydn, questo libro completa quella raccolta di brevi biografie che costituirono il debutto di Stendhal sulla scena letteraria e l’inizio del suo rapporto con la musica, che tanta parte doveva avere nel suo universo.